domenica 3 novembre 2013

NUOVO AMBULATORIO


C.R.I.S.I

Centro di Ricerca Intervento sullo Stress Interdisciplinare

Il Centro C.R.I.S.I vorrebbe diffondere, in un’ottica di prevenzione e di cura, la conoscenza degli eventi traumatici e dei meccanismi di insorgenza della sintomatologia post-traumatica. L’impegno è finalizzato a promuovere una maggiore consapevolezza, individuale e collettiva, dei fenomeni traumatici e dei loro effetti, al fine di limitare i fattori di rischio psicotraumatico e favorire i fattori protettivi e di resilienza, nonché a lavorare nell’ambito della prevenzione e della cura degli esiti traumatici.
Di cosa ci occupiamo?

•Di traumi psicologici occorsi in età infantile, adolescenziale o adulta e dei loro effetti sull'individuo e sulle sue relazioni;in particolare alle conseguenze della violenza di qualsiasi natura: fisica-sessuale-psicologica ( trascuratezza) e su qualsiasi soggetto specie minori e donne.

•Di esperienze relazionali sfavorevoli, apparentemente meno gravi rispetto ad altri eventi traumatici, ma che possono -specie se ripetute nel tempo- sia determinare disturbi di varia natura, sia predisporre il terreno all’insorgenza di sindromi e sintomi post-traumatici, in particolare nel caso che occorrano altri successivi eventi disturbanti.

•Di percorsi di diagnosi e cura volti a individuare, limitare, migliorare o risolvere la sintomatologia post-traumatica.

•Di percorsi di formazione rivolti ad operatori psico-socio-sanitari, del settore educativo ,del settore dell'informazione.e delle professioni di aiuto e del soccorso

•Di percorsi di sensibilizzazione e psicoeducazione, volti a far conoscere l'impatto dei traumi psichici sulla salute, intesa come benessere psichico, fisico, sociale, relazionale(OMS, 1948, 2005, 2011, OMS e ISPCAN 2006), in un’ottica di promozione di comportamenti a sostegno del benessere individuale e collettivo.Di interventi di psicologia dell'emergenza in collaborazione con gli enti preposti .



lunedì 1 aprile 2013

LA PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA

LA PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA

(da Emdr Italia rivista di Psicoterapia EMDR - Anno XII 02-2013 n.25)

Il bisogno di mantenere il controllo in ogni situazione caratterizza lo stile di pensiero tipico dell'uomo occidentale. Questa credenza, tuttavia , si scontra con la realtà in particolare in occasione di disastri ( che siano questi naturali o causati dall'uomo).La storia delle emergenze ( disastri naturali , guerre, carestie e epidemie) si affianca da sempre a quella dell'uomo e sono diverse le fonti che documentano le riflessioni sulle loro cause e conseguenze.le considerazioni che attualmente ruotano ai contesti d' emergenza si stanno arricchendo anche grazie al contributo della Psicologia , sia in quanto scienza che dal punto di vista dell'intervento clinico 
( Fernandez I. et al , 2011). Le conseguenze psicologiche dei traumi dovuti a incidenti, disastri, catastrofi, possono impedire il ritorno alla normalità. Per questo motivo è necessario che nei programmi di assistenza alle vittime vengano inclusi anche programmi di assistenza psicologica adeguata alla cultura dei luoghi di appartenenza ( United Nations Assembly Economic and Social Council,2000).La psicologia dell'emergenza studia il comportamento umano ( e animale) in presenza di sollecitazioni che hanno caratteristiche di  minaccia e di urgenza. Riguarda le reazioni delle vittime , degli operatori e della comunità per quanto riguarda le reazioni emotive , comportamentali e cognitive. Per quanto riguarda l'intervento clinico , la Psicologia dell'Emergenza opera su due fronti: da una parte la prevenzione dello sviluppo dei disturbi psicologici che potrebbero insorgere e dall'altra la terapia dei sintomi o disturbi correlati a stress post-traumatici. Pertanto , la Psicologia dell'Emergenza può essere considerata come una disciplina che si occupa degli interventi clinici e sociali in situazioni di calamità , disastri ed emergenza. Studia , cioè , il comportamento degli individui , del gruppo e della comunità nel momento in cui si verifica una situazione di crisi( Fernandez I. et al. 2011). L'intervento psicologico si struttura attraverso fasi successive. Se nelle fasi preliminari il focus è principalmente sugli aspetti gestionali , nelle fasi che seguono , l'attenzione è focalizzata sugli aspetti personali: la competenza comunicativa dei soccorritori rappresenta un ponte tra i bisogni individuali e le esigenze della collettività ( Rovetto e Moderato 2006).Gli interventi successivi a un evento che si configura come potenzialmente stressante sono quindi diretti , da un lato , a realizzare un clima e un contesto accogliente allo scopo di prestare attenzione e conforto, riducendo così la condizione di ipervigilanza e, dall'altro , a fornire informazioni alle persone coinvolte ( Fernandez I. et al. 2011). Sono necessari , perciò competenze empatiche e di pensiero strategico , congiuntamente all'addestramento a lavorare in gruppi.

martedì 12 marzo 2013

CONVEGNO DI AGGIORNAMENTO PER UNITA' CINOFILE


Malnate -  10 marzo 2013 –
1° CONVEGNO REGIONALE UCIS  Di aggiornamento per Unità cinofile

Un evento a tutti gli effetti quello di ieri 120 persone appartenenti ad unità cinofile di Protezione civile e dell’UCIS di tutte le province della Lombardia si sono riunite nell’aula magna della scuola secondaria di primo grado di Malnate, nel nome del Connubio conduttore-cane, per capire dal punto tecnico-scientifico e professionale come migliorare questa delicata e dinamica relazione. Massimo Bottelli, cinofilo del Corpo Forestale,  ha trattato “La ricerca  in superficie”;  Paolo Rastrelli, medico veterinario, ci ha parlato del Primo soccorso veterinario; Stefania Sacchezin, psicologa specializzata in Psicotraumatologia, e Maria Adele Pozzi, psichiatra-psicotraumatologa formata al CISM ( Critical Incident Stress Management), si sono occupate di  “Emozioni e stress del soccorritore”; infine Lorella Notari, medico veterinario Comportamentalista, ci ha esposto lo “Stress del cane da lavoro”. Questi relatori di rilievo hanno messo a disposizione le loro conoscenze per aggiornare chi con alta motivazione dedica il suo tempo e le sue energie per il volontariato. Non un volontariato qualsiasi, il volontario cinofilo necessita di una continua formazione perché l’esperienza da sola non basta. Inoltre viviamo il nostro volontariato in un gruppo, in un certo senso apparteniamo ad un branco e questo gruppo ci supporta. Siamo usciti dal convegno  con la convinzione che, in fase di criticità, il gruppo ha il grande compito di aiutarci a sostenere lo stress dovuto all’emergenza. Vivendo nel gruppo e creando relazioni positive alimentiamo  la fiducia, la condivisione degli stessi valori, la flessibilità all’insegna del benessere a vantaggio del singolo,120 persone hanno capito che la collaborazione, la flessibilità, la condivisione e il coinvolgimento delle istituzioni ci porterà a degli ottimi risultati, non ci servono arrivismi o invidie, non per dei Volontari di Protezione Civile. Posted by Picasa